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Lo Sport come medicina

Volevo fare un articolo scientifico…

E l’ho fatto, 8 pagine. Poi l’ho cancellato.
Dati, milioni di dati. Ne parlano medici, psicologi, nutrizionisti, scienziati; Puoi andare su google e trovi tutto. Preferisco riportarvi la mia esperienza personale non da medico o scienziato, ma da uomo che da sempre si nutre di sport.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha pubblicato le sue raccomandazioni, descrivendo le ore giornaliere di sport che i ragazzi tra i 5 ed i 17 anni dovrebbero praticare al fine di migliorare le condizioni cardiorespiratorie, scheletriche e muscolari. Anche questa classificazione la trovate su google, a me non interessa. Si tratta di indicazioni, stime che si pongono lo scopo di quantificare in modo standard una buona attività fisica quotidiana, e lo capisco. E’ come andare dal medico, ti fa la ricetta, e via. Grazie, ma non ho voglia di organizzare l’attività motoria come fosse un file da ordinare perfettamente ogni giorno.
Io lo sport l’ho vissuto diversamente, ed è diventato la mia vita. Come?

Giocando

Questo amavo fare. Correre sui prati, usare l’immaginazione, arrampicarmi sugli alberi.
<<Se non trovi Stefano guarda in alto>> dicevano. Le infinite partitelle di calcio con gli amichetti, fino a sera. Costruivamo piccole piramidi umane, giocavamo a guardie e ladri, nascondino. Ricordo i giri in biciletta, le avventure sui prati dietro casa alla ricerca di oggetti misteriosi come veri avventurieri. I giochi inventati! Tanti giochi inventati da noi, insieme. Ce n’era una diversa ogni giorno, l’importante era muoversi, sempre. Il semplice fatto di muoversi era divertente di per sé.

                                                           Un’infanzia così la auguro a tutti,                                                            ma ora i bambini che conosco preferiscono stare sul divano, perché c’è la playstation, il proprio smartphone (o quello della mamma) pieno di giochi. C’è anche l’amichetto che lo chiama, si, ma non dalla finestra per andare al parco, lo chiama online su “fortnite” per giocare insieme. Certo, insieme, ognuno dal proprio divano di casa mentre la nonna gli prepara la terza merenda del pomeriggio che ovviamente non verrà “bruciata” dall’organismo, ma si depositerà, pigra, su questo bambino costantemente seduto davanti allo schermo. E alla sera? Alla sera un cartone, o un film, e poi a letto. Sempre lo schermo davanti, sempre il divano sotto. A tutto questo bisogna sommare le ore trascorse dietro il banco di scuola e il tempo necessario per lo svolgimento dei compiti a casa. Questa è la giornata “tipo” di molti bambini, piccoli e meno piccoli.

Lo Sport è una medicina?

 Vediamo un po’. Le controindicazioni per lo svolgimento dell’attività fisica sono chiare: la pratica scorretta o eccessiva, fattori genetici di rischio, ad esempio problemi cardiaci, o disabilità. Avvertenze: evitare la pratica a ridosso dei pasti, ridurre al massimo durante la gravidanza.
Precauzioni: visita medica sportiva agonistica con elettrocardiogramma 1 volta all’anno. E magari aggiungiamoci “usare il cervello”.

Bene, sono 5 righe.

Non troverete nessun medicinale con un foglietto illustrativo simile. Io ne ho sfogliati diversi, puoi farlo anche tu. Prendi una medicina qualsiasi e dacci un occhio. Le ho contate: dopo 6 righe di “che cos’è e a cosa serve”, e altre 7 sulla composizione del prodotto, ce ne sono altre 137 tra avvertenze, effetti indesiderati, e precauzioni. Ora, alla luce di questi fatti, in un tempo storico in cui il biologico ed i rimedi naturali assumono un ruolo centrale in questa terra troppo artificiale; lo sport non è la pratica più sana di questo mondo?

                                                          E allora facciamoli giocare questi bimbi!                                                                    Correte sui prati, arrampicatevi sugli alberi, inventatevi dei giochi!

E gli adulti? No no, loro non hanno bisogno di giocare…

…Davvero?

 

Alla prossima dimostrazione scientifica

 

Stefano Tassi

 

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